Accettare o no un lavoro non retribuito?
“Accettare o no un lavoro non retribuito, ovvero G-R-A-T-I-S?” Questa credo che sia “La Domanda” che, ogni Blogger, prima o poi si pone durante la propria carriera. C’è a chi capita prima di aprire un Blog e a chi dopo averlo avviato. Esiste, secondo te, il momento giusto per chiedersi se accettare o no un lavoro non retribuito?
Iniziamo chiarendo cosa fa il Travel Blogger e, soprattutto, quali potrebbero essere i lavori che le Aziende potrebbero proporre.
COSA FA IL TRAVEL BLOGGER?
Il Travel Blogger, se sceglie di fare questo lavoro per professione, condivide i propri viaggi – personali e di lavoro – sul proprio Blog di viaggi. Ovviamente deve farlo in maniera seria, professionale e con il fine ultimo di fornire un servizio ai propri lettori che, nel caso degli articoli di viaggio, deve dare delle informazioni utili, attendibili e propositive.
Se cerchi informazioni più accurate, ti consiglio di leggere il mio articolo Come si diventa Travel Blogger? e sono convinta che troverai molte risposte alle tue domande.
QUALE LAVORO FA IL TRAVEL BLOGGER?
Le mansioni principali legate alla mera gestione di un Blog sono due:
- dirette: partecipazione a eventi, tour e promozioni turistiche;
- indirette: realizzazione di contenuti editoriali senza conoscere direttamente il Brand o l’attività turistica ma che, dopo un’attenta analisi, risulta in linea con le tematiche sviluppate all’interno del Blog.
Ora arriviamo al dunque. Quando una collaborazione viene proposta a titolo gratuito? E quando è giusto accettarla e quando no?
Partiamo dal presupposto che non sarò io a dirti che tipo di collaborazione scegliere e se fartela pagare o meno. In questo articolo mi limiterò a spiegarti – sulla base delle mie esperienze – quali sono le necessità aziendali e, di conseguenza, quelle di chi accetta un lavoro.
PER QUALE MOTIVO UN’AZIENDA VUOLE COLLABORARE CON UN BLOGGER?
Più passano gli anni, più la tecnologia avanza e più le Aziende si rendono conto che la visibilità online sta prendendo il posto di quella offline, che una pubblicità fatta sui social ha molta più risonanza rispetto a quella fatta con i volantini, che investire sulla visibilità mediatica – se di valore – porta dei risultati davvero incredibili.
Ed è per questo motivo che il Blogger viene contattato per promuovere l’attività aziendale attraverso i canali online.
COME VENGONO SCELTI I BLOGGER CON CUI COLLABORARE?
Se in questo momento mi trovo nell’emisfero dei Blogger, fino a qualche anno fa ero nell’emisfero dell’Azienda chiamante. Sì, se non hai ancora letto La mia storia, sappi che prima di lasciare ufficio, scrivania e pc per fare il salto nel vuoto, lavoravo come Responsabile della Comunicazione per diverse attività aziendali, dalle più piccole alle più strutturate. E, per ricollegarmi a ciò che ho scritto poco più sopra, ero io a scegliere i Blogger con cui collaborare. Qualche idea, insomma, me la sono fatta e sono qui a spiegarti quali sono i parametri che le Aziende (non tutte, ovviamente) utilizzano per la selezione dei collaboratori:
- I numeri: li metto al primo posto perché – quando sono reali – vanno pesati e rispettati. Io, personalmente, però non ho mai valutato i numeri senza prendere in considerazione l’engagement;
- L’Engagement: fosse per me, sarebbe l’unico parametro da considerare perché esprime, realmente e senza sotterfugi, il tasso d’interesse che i lettori hanno nei confronti del Blogger;
- La scrittura e la bellezza stilistica: è fondamentale capire come un professionista comunica e, soprattutto, se la sua comunicazione punta dritto al cuore di chi legge;
- La novità: un Blogger che porta un’ondata di freschezza lo si riconosce a chilometri di distanza. Secondo me è un presupposto essenziale per assicurare un lavoro non omologato e innovativo;
- Qualità della grafica e delle foto: scrivere un testo perfetto è piacevole da leggere ma corredarlo con delle foto in ottima risoluzione è tanto piacevole da vedere.
QUANDO UN’AZIENDA PAGA E QUANDO NO?
Sulla base della mia esperienza aziendale posso dire, con certezza, che – quasi sempre – se un’Azienda ha intenzione di fare campagne di promozione mediatica, destina una parte del budget aziendale. Che questa parte sia piccola o grande dipende dall’Azienda e da quanto crede nel risultato finale.
Prima di contattare i Blogger – o gli influencer in generale – vengono stabilite delle regole. Nel caso di “Blogger giovani, emergenti ma di valore” viene proposta una collaborazione a titolo gratuito e, qualora essi stessi non fossero interessati, viene rilanciata una collaborazione con un minimo di retribuzione. Questo però, non avviene in tutti i casi ma solo quando l’Azienda vuole puntare su quel collaboratore anche se numeri/engagement non risultino essere eccelsi.
Nel caso di “Blogger conosciuti, ben posizionati e con un notevole – e reale – seguito” viene proposta una collaborazione retribuita con una somma precedentemente pattuita e soggetta a eventuali modifiche nel caso in cui il Blogger chieda di più. Come ho scritto nell’articolo Quanto guadagna un Travel Blogger?, la stesura di un articolo può essere retribuita dai 20 ai 500 euro e la partecipazione a un Tour dai 50 ai 300 euro al giorno.
QUANDO ACCETTARE O NO UN LAVORO NON RETRIBUITO?
Arriviamo al dunque, alla domanda che ti ha portato a leggere questo articolo. Le premesse erano doverose tanto quanto la risposta a questa domanda.
Ci sono tantissimi Blogger che, onorati del fatto che l’Azienda abbia contattato proprio loro, avviano una collaborazione a titolo gratuito in cambio di visibilità. La tanto amata e odiata visibilità. Quella con cui a fine mese possiamo pagare l’affitto e la benzina alla macchina. Sì, proprio lei. Quella che in cambio di un riferimento al nostro Blog, che molto spesso neanche avviene, porta via ore e ore di lavoro.
Mi rendo conto che non riesco più a essere oggettiva quando si affronta questo tema perché se tutti i Blogger, piccoli e grandi, valorizzassero il loro lavoro – perché di lavoro si parla – non ci sarebbero articoli come questo. Ti faccio una domanda: se domani venissi contattato da un ragazzino delle scuole medie bisognoso di ripetizioni, se domani volessi andare andare a lavorare nel negozio sotto casa, se domani venissi contattata da una mamma che ha bisogno di una babysitter per il proprio bimbo, ti verrebbe mai in mente di farlo gratis? Per quale motivo dovresti farlo gratis?
TUTTI I LAVORI DEVONO ESSERE RETRIBUITI
Capisco la necessità di costruire un portfolio clienti, di riempire il proprio Media Kit, di farsi conoscere, di posizionarsi sul web, di dimostrare di saper lavorare bene…ma non capisco perché continuare a lavorare gratuitamente. Se il Blog è appena nato e non te la senti di chiedere dei soldi per una piattaforma che non conosce nessuno sappi che:
- se ti hanno contattato è perché il tuo Blog è stato identificato come un mezzo attraverso il quale farsi pubblicità;
- se continui a realizzare prestazioni gratuite, svalorizzerai il tuo lavoro e quello dei tuoi colleghi che, forse, stanno chiedendo una retribuzione;
- potresti investire i primi mesi/anni per creare un Blog bello, avvincente, indicizzato per poi iniziare a collaborare in maniera proficua con le aziende.
Sono la prima che, in passato, ha accettato delle collaborazioni gratuite ma che – d’altra parte – mi portavano a vivere un’esperienza indimenticabile che, in alternativa, non avrei potuto vivere. Ma mi rendo sempre più conto che se la mentalità delle Aziende e degli Influencer cambia, il lavoro del Blogger diventerebbe un lavoro vero e riconosciuto.
E TU COME LA PENSI?
Sono davvero curiosa di conoscere la tua opinione.
Valentina
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Ciao Valentina,
la penso esattamente come te. Inizialmente (e ti parlo di tanti anni fa, quando i blog tour erano un’assoluta novità in Italia) la sola idea di partire e conoscere un posto nuovo con vitto e alloggio pagato mi faceva gola, solo con il tempo ho capito il reale valore di un blogger che fa promozione di un territorio o di una struttura. E’ molto tempo che non parto più per un blog tour non retribuito, peccato che non facciano tutti così!
Ciao, Vale! Che bello leggere un tuo commento! Anch’io all’inizio mi sentivo onorata di essere invitata e non davo peso al tempo trascorso per la promozione e, soprattutto, ai risultati che inconsapevolmente regalavo.
Il problema reale è che tantissima gente “sceglie di fare questo lavoro” solo per avere un viaggio spesato. Sono dell’idea che all’inizio è importante farsi conoscere e per farlo è giusto anche partecipare a Blog Tour gratuiti che ti danno la possibilità di creare contatti ma, poi, bisognerebbe fermarsi e rendere professionale il proprio lavoro.
Ancora grazie! 🙂
Completamente d’accordo con te, una sola specifica, per chi sta dall’atra parte (cioè l’azienda che sceglie blogger con cui collaborare): condivido i numeri in parte, ma ciò che conta è la nicchia e il pubblico target. Ovvero: se io ho un ristorante stellato Michelin, quanto mi serve chiamare un travel bloggers che tratta di viaggi low cost? Il suo pubblico non sarà mai interessato a mangiare in quel ristorante perché appunto, cerca soluzioni a costo basso.
E il problema è che molti imprenditori pensano “pubblicità gratis”,ma in realtà non hanno alcun ritorno. A questo punto meglio spendere 100 euro per pagare un blogger e avere un pubblico adeguato.
Un saluto Vale, grazie per questo articolo! 🙂
Ciao, Roberta. Esattamente, hai riassunto perfettamente tutto il contenuto! Grazie per esserci.